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martedì 2 novembre 2010

TIROCINIO

Domani è il primo giorno di tirocinio. Gruppo 12, 7 persone. Guardo l'orario, scritto in fretta su un pezzo di carta ricopiato dal foglio, uscito in bacheca solo ieri. C'è scritta l'ora, c'è anche il nome del prof ma manca il luogo. Telefono agli altri, dove ci si trova domani?Siamo in tal reparto, non so di preciso dove, ci troviamo nell'atrio principale alle 8.20. Ok.

Mattina, mi sveglio nervosa, mi preparo nervosa, esco e raggiungo il policlinico. Devo cercare l'armadietto. Il mio armadietto è al 4 piano nell'ala universitaria dell'ospedale,  una sorta di terra di nessuno, con lavori in corso e posaceneri alle finestre. Mi guadagno ingegnosamente spazio nel microarmadietto diviso con altri 2 ragazzi.

Per la prima volta giro per l'ospedale con addosso un camice. Durante il cammino verso l'atrio principale mi fermano 3 persone, per chiedermi informazioni su dov'è il medico, a chi devono portare i loro esami, o dov'è il tal reparto..non so nulla signora. no, mi spiace sono solo una studentessa. si, arrivederci. Forse indossare un camice in un ospedale è più pericoloso di quanto pensassi.

Mi unisco ai miei compagni, raggiungiamo il reparto in cui dovrebbe esserci il nostro tutor. Appena arrivati, dispersi i pazienti che credendoci medici ci assalgono di domande, alla ricerca del  tutor. Schivando gli sguardi infastiditi di infermieri poco disponibili, raggiungiamo una caposala che forse sa dove sono i medici. I medici?ma sono in riunione a quest'ora!Chi vi ha detto di venire così presto? sono le 8.30, come scritto sull'orario, si inizia alle 8 e 30. Aspettate, finiranno tra un po'. Aspettiamo, alle 9.20 i medici terminano la riunione, chiediamo dove sia il nostro tutor.Ci informano che è in Colorado per un congresso, no, nessun altro può sostituirlo, non per dei ragazzi del terzo anno..non avete nemmeno fatto la semeiotica!no, mi spiace, non vi aspettavamo per oggi. Tornate domani, alle 9 magari. arrivederci, abbiamo da fare grazie.
Come primo giorno, non c'è male. Domani andrà meglio dai..domani in effetti andò meglio.

- Ma hai visto come sono più svegli rispetto a com'eravamo noi questi ragazzi del primo anno di oggi?? La domanda mi riporta al presente, avanti di 3 anni rispetto a quel primo giorno. Nel gramo tentativo di recuperare crediti formativi universitari, mi ritrovo ad una conferenza di bioetica ad ascoltare qualche volenteroso relatore che ci racconta come in Italia siano all'ordine del giorno il nepotismo universitario, i favoritismi, gli sprechi, le ingiustizie salariali, i tagli ai fondi, i furbetti..
- no, dico davvero pensaci, noi al primo anno mica pensavamo a racimolare crediti, e adesso ci ritroviamo al quinto a doverli recuperare tutti!
Sospiro, e rispondo.. quando noi eravamo al primo anno non c'era ancora il sito della facoltà ti ricordi? questi ragazzini sono qua perchè adesso con 2 click possono ottenere l'elenco di tutte le attività elettive, iscriversi agli esami, controllare date, ore e luoghi del tirocinio..ti ricordi com'era per noi?ci iscrivevamo agli esami su pezzi di carta appesi alle pareti e per contattare un coordinatore aspettavamo ore, mica gli mandavamo una mail!
- Si hai ragione, è cambiato tutto in così pochi anni. Adesso è molto più organizzato.

é vero le cose sono cambiate. Quesyti ragazzi non si sveglieranno all'alba per andare a scrivere a penna il proprio nome sul foglio dell'appello d'esame, appeso alla parete da una segretaria..Loro, di solo 3 anni più giovani di me rimarrano svegli alla notte, per fare il primo click sull'appello online, apertura a mezzanotte.

Divento un attimo nostalgica..nata alla fine degli anni 80. Forse siamo gli ultimi abbastanza non giovani da ricordarci che prima non tutti usavano il computer, che il game boy era in bianco e nero, che la bacheca era un pezzo di legno appeso a un muro e non una finestra di un sito web, e che il cellulare l'abbiamo visto arrivare.

Adesso è tutto molto più organizzato..sarà vero. E se non lo è, almeno bastano 2 click per mettersi d'accordo e non ore di attese e spostamenti.

venerdì 29 ottobre 2010

Aspettando il tirocinio

Lo sguardo scivola ripetutamente sulla scrivania dove aspettano un camice bianco stirato e uno fonendoscopio azzurro. Ancora non abituata alla loro presenza, mi stupisco ogni volta. Risalgono alla memoria ricordi semicoscienti di pazienti impauriti e ospedali freddi. Ricordi lontani, ricordi di bambina, un'operazione alle tonsille, un nonno malato, la mamma dopo un incidente d'auto. Una reazione anomala all'anestesia, la mamma che guarisce, il nonno che muore. 

Scuoto la testa,è normale che vedere questi oggetti mi crei turbamento, è difficile avere bei ricordi in un ospedale. Eppure io ho deciso di passarci la vita negli ospedali. Davvero? Ma quando l'ho deciso? Sono sempre più stupita.ci penso, da piccola volevo fare l'avvocato, solo dopo la maturità mi sono iscritta al test di medicina. 

Test superato, a 19 anni già potevo rispondere alla domanda - dove sarai tra 10 anni?
Sarò in un ospedale a lavorare come specializzanda. Subito questo mi ha stordito, spaventato. nessuna delle mie amiche iscritte a economia, a lettere, a lingue sapeva a quel tempo  cosa avrebbe fatto "da grande". molte non lo sanno nemmeno adesso.
Medicina è stata per me una vocazione , e per tutti una scelta di vita.

I primi 2 anni di università sono dedicati all'apprendimento dell'anatomia e della fisiologia normale. Non sono trattate patologie e persone. Si tratta di conoscere il corpo umano sano in ogni minimo dettaglio.

Alla fine di questi 2 anni mi ritrovai arricchita di un lessico e una conoscenza estranee al sentire comune e totalmente impreparata a quello che sarebbe accaduto poi. 

Il terzo anno inizia il tirocinio! Emozionata all'acquisto del mio primo camice, utilizzo in modo impacciato il fonendoscopio su me stessa, per sentirmi il cuore. Le porte dell'ospedale si spalancano a un gruppetto di giovani camici inesperti. No, non è scrubs e neanche grey's anatomy, è la mia storia.

Sospiro guardando ancora la scrivania, chissà come sarà il tirocinio. Chissà se l'ospedale apparirà diverso con un camice addosso.